Indonesia con i bambini: itinerario tra Bali e Flores
Sognavo da una vita un viaggio in Indonesia. Ho sempre avuto un amore a distanza per l’isola di Bali, che ha ospitato negli anni amici e persone a me tanto care, che me l’hanno fatta vivere da lontano, tramite i loro racconti, sognando.
Finalmente la scorsa estate ci siamo organizzati con una coppia di nostri amici e i figli, avventurandoci in questo nostro primo viaggio in Oriente con i bambini.
Ci ho messo quasi un anno a decidermi di scrivere questo post.
Ho sempre rimandato per motivi che credo possiate immaginare. E’ stato un bellissimo viaggio, ma la consapevolezza di aver scampato un’esperienza terrificante come quella del terremoto non mi ha fatto sentire solamente fortunata. Mi ha lasciato il segno. E credo ci vorrà ancora un po’ di tempo per smaltirlo.
Il viaggio è durato tre settimane e il nostro programma prevedeva di visitare quattro isole : Bali, Lombok, Gili Air e l’isola di Flores, in particolare Komodo e i suoi dragoni.
La seconda e la terza isola, Lombok e Gili Air, purtroppo o per fortuna non le abbiamo mai visitate.
Proprio la sera prima del decollo del nostro aereo da Bali per Lombok (da cui avremmo proseguito via mare per le Gili) c’è stato un fortissimo terremoto, con epicentro proprio lì. Proprio dove avremmo dovuto alloggiare 7 giorni, in compagnia di un gruppo di nostri amici spagnoli.
Non abbiamo neanche fatto in tempo a realizzare, o a decidere se partire o no il giorno dopo. Non avremmo mai potuto raggiungere l’isola, perché tutti i voli erano stati annullati. Era stata una cosa molto più grande di quello che avevamo potuto intendere o immaginare. Il nostro hotel lì su quell’isola non era neanche più accessibile. E la mia cara amica Mavi di Mammaproof, che mi aspettava con il suo gruppo di Paso Junior, è rimasta bloccata sull’isola circa tre giorni, prima di potersene ritornare in Spagna totalmente sotto choc.
Ho ritenuto doveroso fare questa introduzione al mio post. Sia perché il percorso del nostro viaggio è stato poi diverso da quanto avevamo programmato, e sia (e soprattutto!) perché ho sempre pensato che fosse decisamente superficiale da parte mia raccontare in maniera spensierata la nostra magnifica vacanza, quando a poca distanza da noi tante persone hanno purtroppo perso la vita.
Oggi le isole Gili sono accessibili, di nuovo prese d’assalto dal turismo per il loro mare incantevole e per la loro atmosfera rilassante.
In quelle terre le macchine non esistono, si gira in bicicletta o con i carretti trainati dai cavalli. Un Paradiso che spero tanto un giorno poter finalmente visitare.
Vi racconto quindi ora passo a passo il nostro itinerario family friendly in Indonesia con i bambini, tra l’isola di Bali e quella di Flores.
Siamo partiti da Roma e il biglietto lo abbiamo acquistato un po’ tardi tramite eDreams, quindi per risparmiare abbiamo fatto 2 scali: Bangkok e Singapore, per un totale di quasi 24 ore di viaggio.
Incredibile ma vero, il nostro globe-trotter Ascanio ha resistito sveglio i primi due scali. Sarà stata l’eccitazione o forse i comfort della compagnia aerea prescelta, fatto sta che ha retto molto più di me (il papà già dormiva da un bel pezzo..).
Come prima tappa a Bali abbiamo scelto Canggu, un paesino delizioso proprio sulla spiaggia, poco lontano dal caos di Kuta, Seminyak e Denpasar, con meno traffico e un’atmosfera decisamente più rilassante.
Ebbene sì, perché per chi non lo sapesse, a Bali c’è un traffico assurdo, inimmaginabile.
Una volta atterrati all’aeroporto internazionale di Ngurah Rai (che si trova a Denpasar, capoluogo e centro nevralgico di Bali) ci si rende conto di essere stati catapultati in un frullatore: macchine e motorini che corrono all’impazzata ovunque e a qualunque ora. Per raggiungere Canggu, che dista solo 20 Km, ci abbiamo messo quasi un’ora e mezza in piena notte!
Ma una volta arrivati ci siamo sentiti subito in un’altra dimensione.
La casa che abbiamo scelto (livello e costo medio, trovata tramite amici) era un piccolo gioiellino, il LĪLĀ Boutik Residence. Una villa con una piscina condivisa insieme ad altre quattro ville e un ristorante semplice con cucina a dir poco magnifica. La posizione è ottima sia per andare al mare che per visitare i templi. Il personale, in parte italiano, è gentilissimo e super disponibile ad aiutare e a dare consigli.
Ma la vera svolta della nostra vacanza è stato il nostro driver personale, sempre trovato tramite amici.
Il nostro Wayan ci ha guidato ovunque sull’isola, facendoci sentire a casa. E’ sconsigliabile infatti affittare un auto a Bali, perché la gente del posto guida in una maniera sconsiderata. E ovviamente affittare uno scooter è impensabile con i bambini.
Il nostro primo tempio è stato il Tanah Lot, che si trova proprio sul mare a circa 30 minuti di auto da Canguu.
E’ stato davvero emozionante poter camminare con i piedi nell’acqua, avendo alle spalle una delle icone più desiderate nella mia vita. Ascanio si è divertito come un matto anche perché a fianco del tempio c’è una specie di street market con animali tropicali mai visti prima: ancora mi parla del pipistrello più grande del mondo!
Sempre da Canguu grazie al nostro Wayan abbiamo visitato il famosissimo tempio di Uluwatu, assistendo anche allo scenografico spettacolo di danza locale Kecak al tramonto: un’esperienza indimenticabile!
In prossimità del tempio, ad una ventina di minuti circa in auto, c’è un bellissimo beach club, il Karma Beach, curatissimo e consigliato soprattutto se si viaggia con i bambini.
Il terzo tempio che abbiamo visitato in questa zona è stato il più tranquillo e meno affollato Pura Taman Ayun, nel villaggio di Mengwi, un tempio circondato da bellissimi giardini, stagni e piccoli canali con fiori di loto.
Ci è piaciuto moltissimo anche perché è stato il primo tempio dove abbiamo avuto l’onore di trovare tanti fedeli in preghiera (e pochi turisti!).
Ci hanno colpito moltissimo le splendide torri a più pani (si chiamano “meru”) che si trovano nel cortile interno, purtroppo non accessibile ai turisti, ma fotografabile da fuori.
Canguu è anche una località decisamente family friendly.
Qui, se si viaggia con i bambini, un posto da prendere in considerazione senza dubbio è The Garden Bali, un bellissimo Kids Club che offre assistenza all’infanzia e apprendimento di qualità. Nato nel 2014 per opera di un gruppo di mamme australiane, accoglie (anche ad ore) sia i bambini che vivono sull’isola e sia quelli che la visitano. Ascanio ha trascorso qui un pomeriggio in compagnia di un gruppo di bambini provenienti un po’ da tutto il mondo, e poi ne abbiamo approfittato per fare un’ottima merenda tutti insieme nell’adiacente Sprout Cafe.
Per gli amanti dei bei tramonti e della musica Chill-Out, da non perdere a Canguu è l’aperitivo a La Brisa, dove volendo si può restare anche per cena. A mio parere il migliore beach club dell’isola.
La nostra seconda tappa alla scoperta dell’isola di Bali è stata Munduk, l’anima verde nel cuore delle montagne di Bali. Un vero Paradiso.
Abbiamo apprezzato tantissimo questa parte del viaggio perché non presa d’assalto (almeno quando l’abbiamo visitata noi) dal turismo di massa. Un luogo di pace infinita. Ci tornerei domani (e ci resterei per sempre!).
Qui, sempre grazie al nostro Wayan, abbiamo potuto goderci panorami a dir poco spettacolari, che affacciavano a picco su vallate di un verde intenso, costellate da macchie di meravigliosi laghi blu. Una delle viste più scenografiche è stata la così detta Twin Lake View, che si trova lungo la strada che porta a Munduk, in prossimità del punto di incontro di due laghi, il Danau Tamblingan e il Danau Buyan.
Da qui partono innumerevoli sentieri di trekking, che, con diversi gradi di difficoltà, si inerpicano per queste rigogliosissime montagne. Queste terre sono costellate anche di così detti “Instagram Hot Spot”, ossia dei veri e propri set fotografici, che si trovano fissi in punti cruciali dell’isola, dove ogni scatto sembra uscito fuori dalla scena di un film di Indiana Jones. Come potrete immaginare io sono letteralmente impazzita.
A Munduk abbiamo alloggiato in un eco-resort meraviglioso, semplice ed accessibile, il Melanting Cottages, scoperto sempre tramite amici.
Qui avevamo una casa-palafitta interamente in legno, con una terrazza spettacolare e una vista sulla vallata, dove piantagioni di ogni tipo si intrecciavano tra loro. Caffè, chiodi di garofano, avocado e tante altre piante da frutto. Uno spettacolo!
A Munduk siamo andati a visitare ovviamente le spettacolari cascate, accessibili dal parcheggio del parco con una passeggiata di una mezzoretta circa, tutta di “gradoni” (gradini larghi).
All’andata si scende, a ritorno è un po’ più impegnativo perché in salita, ma comunque fattibilissimo per tutte le età, bambini compresi.
Non lontano da Munduk c’è anche il famosissimo tempio Pura Ulun Danu Bratan, protagonista della maggior parte delle immagini turistiche di Bali.
Qui abbiamo avuto la fortuna di assistere ad una cerimonia religiosa ed è stato davvero emozionante.
Per arrivare al tempio siamo passati poi da uno degli hot spot più fotografati di tutta l’isola di Bali: l’Handara Gate, che oggi non è altro che la porta di accesso dell’Handara Golf & Resort.
Questa tradizionale porta indù, simboleggiava l’ingresso dal mondo esterno al tempio, (oggi in realtà un campo da golf) e ha sempre svolto un ruolo importante nella cultura indonesiana, in particolare sull’isola di Bali.
Tra le magnifiche montagne si Munduk, si trova anche uno spettacolare Parco Avventura, meta d’obbligo se si viaggia con i bambini: il Bali Treetop Adventure Park.
Qui grandi e piccoli possono divertirsi e vivere un’esperienza straordinaria: ci sono percorsi per tutti i livelli, mai visto in vita nostra un parco così ben attrezzato!
A poca distanza dal parco avventura c’è anche un meraviglioso giardino botanico che merita senza dubbio una visita: il Bali Botanic Garden.
È il più grande giardino botanico di tutta l’Indonesia, che possiede la più grande collezione di orchidee selvatiche dell’isola e vanta oltre mezzo milione di visitatori ogni anno.
Da Munduk ci siamo spostati poi verso Ubud, dove siamo rimasti quasi due settimane, visto che last minute ci è saltata la settimana di mare a Gili Air.
Prima di arrivare a Ubud, lungo la strada, ci siamo fermati a visitare le Risaie Jatiluwih, le più grandi di tutta l’isola: infinite!
Abbiamo provato a girarcele tutte a piedi, ma nonostante la buona volontà, in un unico pomeriggio l’impresa è stata impossibile. Ce ne siamo goduti una parte, passeggiando in mezzo a questi campi di un colore verde intenso dove regna il silenzio. Scovando qua e là qualche contadino che si dava alla semina. Un ricordo davvero meraviglioso di questa isola a dir poco magica.
A Ubud come vi ho detto ci siamo fermati un bel po’, e ci siamo goduti questa parte dell’isola a ritmi lentissimi. Consiglierei a chiunque abbia in mente di visitare Bali, di fare la stessa scelta. Fermarsi a Ubud il più possibile.
Ci vuole un po’ di tempo per assaporarla a fondo, per riuscire a distaccarsi completamente dai ritmi delle nostre vite frenetiche quotidiane. E Ubud (possibilmente non nel centro città, invaso dai turisti e dal traffico) è il posto giusto.
Noi abbiamo alloggiato al Villa Indah un complesso di splendide ville in legno e bambù che si trova leggermente fuori dal paese (circa 10 minuti di macchina o una mezzoretta a piedi dal centro), e affaccia sulla spettacolare vallata del fiume Sayan.
E’ un luogo difficile da descrivere. Forse una sola parola può riassumere la sensazione che si prova nel perdere lo sguardo in questo panorama mozzafiato: PACE.
A poca distanza dalla nostra villa c’è un posto stupendo, dove con i nostri amici abbiamo deciso di trascorrere una giornata di relax (si può accedere anche con un pass one-day, che consente di mangiare al ristorante e usufruire degli spazi condivisi).
E’ il Bambu Indah un’eco-resort da mille e una notte, dove ogni struttura è in bambu e il cibo è tutto a “centimetro zero”, ossia tutto prodotto in loco. Gli alloggi sono totalmente immersi nella natura e a dir poco spettacolari, qualcosa di inimmaginabile.
E’ catalogato come resort di lusso, ma in tutta onestà, bisogna avere anche una certa capacità di adattamento (e un buon numero di viaggi avventurosi alle spalle) per alloggiare nel resort, nonostante gli infiniti comfort. Non aspettatevi di certo il resort di lusso occidentale, ecco. Ma a mio parere, se si è amanti della natura, ne vale davvero la pena.
Un posto bellissimo dove fermarsi per pranzo a Ubud, sempre poco fuori dal paese e nella valle del Sayan, è il Sayan Terrace Cafe, un piccolo bar-ristorante all’interno del Sayan Terrace Resort. Anche qui cucina ottima e vista spettacolare!
Un altro posto spettacolare dove alloggiare a Ubud è il Sandat Glamping Tents, della stessa proprietà del Glamping Canonici San Marco che abbiamo visitato lo scorso anno.
Le tende sono qualcosa di unico, un’esperienza a dir poco indimenticabile per vivere questa parte meravigliosa di Bali.
A Ubud sono tantissime le cose da fare, oltre a rilassarsi, innanzi tutto.
Meta d’obbligo con i bambini è la visitatissima Monkey Forest, straordinaria non solo per le innumerevoli scimmie, ma anche per la rigogliosissima vegetazione e per le magnifiche statue al suo interno.
Da ricordarsi, prima di entrare, di togliere occhiali, bottigliette d’acqua e macchine fotografica dalla vista delle scimmiette: verrebbero prese d’assalto, e con loro anche i malcapitati che le portano addosso. Non sono cattive, ma certo non deve essere piacevole ritrovarsi con qualche scimmia appiccicata come un koala.
Un altro posto da visitare assolutamente (noi siamo andati ben due volte durante il viaggio!) sono le risaie di Tegalalang, raggiungibili facilmente in mezz’ora di macchina da Ubud.
Sono più piccole delle risaie di Jatiluwih, ma sono qualcosa di unico. I colori sono meravigliosi e la vista dall’alto è spettacolare. Unico neo negativo (non da poco) è che sono prese d’assalto molto più delle altre dai turisti. Difficile visitarle senza una gran folla di gente, consiglio vivamente di avventurarsi in questa direzione la mattina presto.
Se siete appassionati di fotografia (o Instagram addicted) questo è il posto che fa per voi. Credo sia il luogo dell’isola con più “Instagram Hot Spot”, ci sono set fotografici ovunque!
Da Ubud sono facilmente raggiungibili i templi più belli che abbiamo visto durante tutto il nostro viaggio in Indonesia.
Il mio preferito in assoluto è stato il Pura Tirta Empul, il tempio della purificazione, con la sorgente sacra più importante di Bali.
Qui abbiamo provato tutti sensazioni fortissime. La fede della gente ci entrava dentro. Ci ha fatto vibrare. E’ l’unico posto di Bali che mi ha ricordato tanto la mia amata India.
Un altro tempio spettacolare (e lo conferma il nome) è il Tempio madre di Besakih.
E’ il tempio più importante, più grande e più sacro della religione Indù a Bali, e si trova ai piedi del vulcano Gunung Agung. Anche qui abbiamo avuto il privilegio di assistere a una cerimonia religiosa, ed è stato molto bello. Peccato solo il tempo, quella mattina ha piovuto tantissimo!
Un’altra meta imperdibile durante un soggiorno a Ubud sono le cascate di Tegenungan, raggiungibili in circa 30 minuti di auto.
Qui i bambini hanno fatto il bagno e ci siamo goduti una bellissima mattinata. Conviene come sempre raggiungerle la mattina presto, o comunque prima delle 11, sia per sfuggire il gran numero di turisti e sia per evitare la passeggiata per raggiungerle dal parcheggio nelle ore più calde.
Qui ho scattato questa magnifica foto, in compagnia della mia amica cinese Ana, che con il suo bimbo di soli 4 anni si è avventurata con noi in questo Paradiso. Una delle innumerevoli altalene dell’isola, tanto amate dal popolo di Instagram e dagli appassionati di fotografia come noi.
Non si può lasciare Ubud senza aver provato almeno un massaggio balinese, in una delle meravigliose (ed economicissime!) Spa.
La nostra preferita è stata senza dubbio il Darshana Lodgings Spa and Yoga, una spa interamente all’aperto, dove i massaggi si fanno sotto palafitte in bambù, che affacciano nella giungla.
Un posto semplice ma bellissimo, dove volendo si può anche dormire. Qui hanno alloggiato anche i nostri cari amici di Roma con i bambini.
Prima di lasciare l’isola di Bali, abbiamo dovuto fare un passaggio obbligato a Seminyak, dove abbiamo dovuto dormire una notte perché vicinissima all’aeroporto.
Al contrario di quanti scelgono Bali proprio per questa famosa e visitatissima località, confesso che Seminyak non mi è piaciuta affatto. Troppa gente, troppo lusso, troppo caos. E’ vero, ci sono locali e beach bar magnifici, uno più stratosferico dell’altro, ma si perde completamente la vera atmosfera dell’isola. Quella che abbiamo respirato tra Ubud e le montagne di Munduk. Perché onestamente per fare quel tipo di vita allora preferisco andarmene a Ibiza, senza dover arrivare dall’altra parte del mondo!
Dovendo citare giusto un paio di locali, abbiamo visitato il Potato Beach (dove trovare un lettino libero è a dir poco un’impresa) e abbiamo cenato al famosissimo Kudeta. Entrambi bellissimi, ma veramente lontani dalla nostra idea di viaggio.
L’ultima tappa (e forse la più attesa da Ascanio) del nostro viaggio in Indonesia è stata l’isola di Flores, che abbiamo raggiunto con un volo diretto di poco più di un’ora da Bali.
L’aeroporto di arrivo è Labuan Bajo, una città di pescatori che si è resa famosa per la sua vicinanza al Parco Nazionale di Komodo, la terra dei famosi dragoni.
Anche qui abbiamo alloggiato in un eco resort totalmente in bambù, il Waecicu Eden beach Hotel, dove ci siamo finalmente disconnessi da tutto.
Addirittura il wi-fi era disponibile solo un paio d’ore al giorno, la sera dopo cena. Per il resto della giornata stop. Un’occasione in più per vivere appieno ogni momento. Pensando. Realizzando la fortuna che abbiamo avuto in questo straordinario viaggio.
Sembrava di essere atterrati su un altro pianeta. Tutto così diverso e così più selvaggio rispetto a Bali.
Penso che sia stato davvero un lusso per noi poterci godere questo paradiso non ancora preso d’assalto dai turisti, ma ho la sensazione che nel giro di qualche anno anche qui inizierà il caos.
Ci siamo fermati a Flores quattro giorni, ma a parte la giornata in cui abbiamo fatto una gita full day in barca al Parco Nazionale di Komodo, ne abbiamo approfittato per rilassarci, senza far nulla.
La gita è stata qualcosa di veramente speciale.
Con la barca siamo approdati su una serie di isolette sperdute con sabbia bianca, acqua cristallina e un milione di pesci (comprese le mante!) di una bellezza disarmante.
I famosi dragoni però, che hanno fatto impazzire di gioia Ascanio, a me non hanno entusiasmato più di tanto.
Anzi, devo ammettere che provavo anche una certa tensione: si aggirano liberi, mentre una guida armata di un lungo bastone accompagna i turisti a cercarli in giro per il parco (con un caldo folle!).
Anche la famosa Pink Beach, tanto amata dai droni di centinaia di instagrammer provenienti da ogni parte del mondo, me la aspettavo un pochino meglio.
E’ molto bella, senza dubbio, ma il problema è come al solito il numero di persone presenti.
Vuota sarebbe un Paradiso! (mi chiedo a che ora abbiano lanciato i droni che scattano foto come questa)
Quello che veramente mi ha segnato è stato invece il panorama in cima a Padar Island, una piccola isola situata tra Komodo e le isole Rinca, all’interno dell’arcipelago di Komodo.
Il Paradiso esiste.
Questa è stata la sensazione che ho provato una volta raggiunta la vetta.
Un luogo che sognavo da anni e che avevo ammirato solo su Instagram, uno degli angoli più nascosti ma più fotografati del nostro meraviglioso pianeta.
La gioia più grande in verità?
Quella di averla raggiunta noi tre insieme, la prima vera vetta di Ascanio, che è arrivato fino a quassù senza nessun aiuto da parte nostra.
Una soddisfazione unica, che credo sia valsa tutta la vacanza.
Piccolo grande uomo, che questa immagine possa restare impressa per sempre anche nei tuoi ricordi!
Arrivederci Indonesia!
E’ stato un viaggio meraviglioso, pieno di emozioni, che mi ha arricchito tanto.
Spero di poter tornare un giorno, ancora. Per assaporarti, per scoprirti, per amare la tua gente ancora di più.
Sei una Terra unica e davvero straordinaria ❤️