“REA – REAGIRE ALLA VIOLENZA”: l’associazione contro la violenza su donne, bambine e bambini
In occasione della “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne“, è stata presentata a Roma “REA – REAGIRE ALLA VIOLENZA”.
Un’associazione di donne che ancora una volta fanno rete.
Per contribuire ad attività di ricerca, informazione e sensibilizzazione sul tema della violenza contro donne e minori.
L’associazione si pone l’obiettivo di occuparsi di ricerche, analisi, proposte di legge e iniziative di informazione e mobilitazione contro la violenza su donne, bambini e bambine. E uno sguardo all’Europa.
Perché REA
La violenza su donne e i minori ha purtroppo una lunga storia.
Un gruppo di professioniste che si mobilita, attraverso la propria attività giornalistica, politica e nelle aule di giustizia ed in qualità di attiviste, in risposta alla crescita dei femminicidi e del fenomeno della violenza istituzionale.
Individualmente e insieme, hanno contestato il disegno di legge 735 “Norme in materia di affido condiviso, mantenimento diretto e garanzia di bigenitorialità” presentato nel corso della XVIII legislatura. Hanno difeso madri che subivano (e continuano a subire) ingiustificati allontanamenti dai propri figli.
E hanno riconosciuto e seguito il tentativo di rinnegare diritti faticosamente conquistati dalle donne negli anni della cosiddetta second wave femminism. Hanno altresì creato e partecipato a movimenti civici, comitati.
Rea nasce come spazio di studio, perché la violenza maschile sulle donne, quella che si manifesta anche come esclusione dai luoghi decisionali, ha una matrice e una origine culturali, spesso ignota a entrambi, uomini e donne.
Uno spazio di analisi, un osservatorio per acquisire e comparare dati ed esperienze in Italia e in Europa. Uno spazio narrativo per raccontare come la violenza maschile sulle donne sia diventata anche violenza istituzionale e contro i bambini e le bambine. Uno spazio educativo, per contribuire a una cultura giuridica e politica che si faccia carico, nelle sedi competenti, del fenomeno della violenza sulle donne.
La violenza contro le donne è un fenomeno difficilmente misurabile perché in larga parte sommerso.
Molto spesso si tratta di violenze dentro la famiglia, più difficili da dichiarare e denunciare, situazioni in cui la donna si sente sola a dover affrontare un dramma che, se portato allo scoperto, sconvolgerebbe anche gli equilibri di vita di altre persone care.
Le stime pubblicate dall’OMS indicano, tuttavia, che a livello globale circa 1 donna su 3 (30%) nel mondo ha subito nel corso della propria vita violenze fisiche e/o sessuali.
Nella maggior parte dei casi, si tratta di violenza intima del partner. Nel mondo, quasi un terzo (27%) delle donne di età compresa tra 15 e 49 anni che hanno avuto una relazione dichiara di aver subito una qualche forma di violenza fisica e/o sessuale da parte del proprio partner.
In Italia, secondo l’indagine condotta dall’Istat nel 2014, sono oltre 6 milioni le donne hanno subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale, il 31,5% delle quali tra i 16 e i 70 anni: il 20,2% ha subìto violenza fisica, il 21% violenza sessuale, il 5,4% forme più gravi di violenza sessuale come stupri e tentati stupri.
Dati migliorati rispetto alla precedente indagine del 2006, grazie a una maggiore informazione, al lavoro sul campo, ma soprattutto alla migliore capacità delle donne di prevenire e combattere il fenomeno e di un clima sociale di maggiore condanna della violenza.
All’evento di presentazione di REA, moderato dalla giornalista Nathania Zevi, hanno partecipato le fondatrici: Silvia Belloni, avvocata, Presidente Rea; Pina Picierno, eurodeputata e Vicepresidente del Parlamento Europeo; Maria Silvia Sacchi, giornalista, fondatrice del Family Business Forum.
Sono intervenute: Giovanna Badalassi, esperta di economia di genere, Luisa Regimenti, eurodeputata PPE e Valeria Valente, senatrice e Presidente della Commissione Femminicidio del Senato nella XVIII legislatura.
“Partendo dalla situazione concreta dei tribunali, Rea si propone di studiare e raccontare la violenza maschile sulle donne, la cui matrice e origine culturali è spesso ignota a entrambi, uomini e donne. Lavoreremo in rete con chi già fa molto su questo tema per provare a portare un punto di vista innovativo e intervenire su un piano di informazione, di ricerca, di giurisprudenza; e, perché no, di mobilitazione” – ha dichiarato la Presidente di Rea, Belloni.
“Da eurodeputata mi occupo da molti anni di violenza di genere, contribuendo – insieme ad altre colleghe anche di schieramenti diversi – a relazioni che rafforzano gli strumenti normativi e legislativi a tutela di donne e minori. Sono entrata personalmente in contatto con situazioni molto dolorose che mi hanno portato a intraprendere con convinzione un percorso associativo con donne cui mi unisce una sensibilità e una idea comune di come vada affrontato il problema” – ha aggiunto Picierno.
“La violenza sulle donne avviene soprattutto nel momento della separazione della coppia, lo abbiamo visto anche nei casi di questi giorni. La separazione è un momento estremamente delicato al quale tutti gli attori esterni devono prestare attenzione. Per lavoro mi sono occupata molto di diritto di famiglia e credo che siano necessarie analisi sotto angolature diverse e anche con occhi nuovi. Con questa iniziativa spero di poter dare un mio contributo a un tema che ci riguarda tutti” – ha concluso Sacchi.
E’ possibile aderire a “Rea – ReAgire alla violenza” e le modalità per farlo sono sul sito www.reagireallaviolenza.org, dove è possibile anche presentare la propria idea o progettualità.
Per info: info@reagireallaviolenza.org