Il bullismo è figlio dei silenzi in casa
Gli episodi di bullismo riempiono oramai quotidianamente la cronaca.
Se in un qualsiasi motore di ricerca si inseriscono le parole “cronaca fatti di bullismo”, in 0,52 secondi escono circa 7.180.000 risultati.
Forse questo numero espresso in milioni rende l’idea del problema enorme che stiamo vivendo.
È difficile dare la colpa ai genitori di oggi sostenendo che non hanno più un ruolo principale nella crescita e nell’educazione dei figli.
Nessun genitore vuole il peggio per i propri figli e se sono costretti a fare i genitori part time può essere per molti motivi: per mancanza di tempo, perché la società li obbliga a vivere in situazioni quotidiane faticose, magari a fare due lavori per sopravvivere, perché sempre più spesso i genitori sono separati.
Purtroppo però, qualsiasi sia la motivazione, valida o meno, è in tutto questo.
I ragazzi perdono i punti di riferimento e il bullismo trova terreno fertile, perché nasce dalla mancata comunicazione tra genitori e figli e viceversa.
Ad un certo punto si è cominciato a pensare che è meglio sdraiarsi a guardare un film e vedere sdraiati i figli sul divano, come se il parlare non servisse più.
Di fatto l’educazione è cambiata, forse non consapevolmente, ma è cambiata, e in peggio.
I nostri genitori erano inflessibili, a volte erano diffuse sberle, anche in modo preventivo.
Aveva sempre ragione l’insegnante, a prescindere.
La punizione serviva per farci riflettere.
Poi s’è fatta largo un’educazione basata sul “fai come ti pare, se lo fai bene, meglio, altrimenti è uguale”.
Quando abbiamo deciso che la severità dei nostri genitori non ci ha cresciuti bene?
I nostri genitori non si arrendevano, non ci concedevano tutto per paura di sentirsi rifiutati o solo per senso di colpa.
I nostri genitori educavano.
Oggi, il vero coraggio di un genitore è quello di togliere.
Se a un giovane dai tutto, se lo proteggi costantemente, gli hai fatto un danno gravissimo, gli hai tolto il desiderio.
Come fa a desiderare quello che ha? Come fa a non crescere depresso?
La vita va scoperta. I bambini e i ragazzi sono iperprotetti, e invece devono sperimentare il dolore, le cadute, le delusioni, le frustrazioni.
Occorre cadere dalla bici da piccoli, altrimenti la prima volta che cadi giù a trent’anni, ti ammazzi.
Gli atti di bullismo non sono ragazzate, possono comportare conseguenze sociali, civili e penali.
Il bullismo e l’abuso di alcol sono tra le prime cause di morte fra i giovani che hanno un 7 in condotta.
A farci riflettere non dev’essere solo un minore delinquente, il figlio bullo.
Il fatto che all’apparenza non sembri necessario parlare perché vostro figlio va bene a scuola o vi sembri educato e amorevole in famiglia, non significa che sia così.
Fermatevi a guardare con responsabilità a ciò che avete costruito, o sfasciato.