Gli albi illustrati di gennaio: Laurent Moreau

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Laurent Moreau

Dopo aver esitato a lungo sul tema da proporre per gli albi illustrati del mese di gennaio, siamo giunti alla conclusione che il principale impegno di Roma Family Welcome sarà, d’ora in poi, privilegiare le nuove e ultimissime uscite in libreria.

Con l’obiettivo di offrire un servizio (speriamo) utile ed efficace per la diffusione dei buoni libri, privilegeremo le molte (ma mai abbastanza!) case editrici italiane che oggi si impegnano coerentemente e coraggiosamente nel promuovere una cultura dell’infanzia di qualità e indipendente dalle logiche di marketing.

Quando concepito con serietà, l’albo illustrato è il primo e più importante veicolo culturale per i bambini e lo è sotto molteplici aspetti, poiché contribuisce ad affinare la già spiccata sensibilità artistica dei più piccoli, e lo fa coniugando virtuosamente due registri artistici – il linguaggio della parola scritta e il linguaggio dell’immagine figurata – che nel corso della storia dell’arte e della letteratura non sempre hanno saputo costruire un dialogo virtuoso.

L’albo illustrato racconta storie attraverso le immagini e scrive immagini attraverso le parole, spesso riuscendo efficacemente a dare espressione, scritta e illustrata, ai più grandi e complicati interrogativi presenti nell’immaginario dei bambini, che se lasciati inespressi rischiano di perdere le ali, o persino di diventare veri e propri incubi.

L’importanza di leggere libri ai bambini è indiscussa ma non basta aprire il primo libro esposto sullo scaffale più visibile delle librerie. Occorre selezionare i libri che si leggono, sceglierli con coerenza e costanza, affinando la propria capacità di ricerca, in modo che i bambini imparino fin da subito a riconoscere e a scegliere i buoni libri, in un mercato editoriale sempre più spietato e indifferente alle esigenze culturali dell’infanzia.

Forte perciò di questa convinzione, oggi Roma Family Welcome è lieta di presentare l’imminente edizione italiana di un giovane e talentuoso autore francese di albi illustrati, tra i più importanti nel panorama europeo.

L’autore è Laurent Moreau, il suo nuovo capolavoro si intitola Dopo, e da domani – 24 gennaio 2014 – avremo il privilegio di leggerlo in lingua italiana ancora una volta grazie alle competenze grafiche e alla sapienza editoriale di orecchio acerbo, casa editrice romana indipendente, amata e stimata da Roma Family Welcome.

Di Moreau, nel 2012, orecchio acerbo ha pubblicato A che pensi?, uscito in Francia nel 2011 e forse uno degli albi illustrati più geniali per spiegare ad un bambino che cos’è il pensiero.

Oggi lo stesso autore prosegue la sua sfida metafisica attraverso il suo preziosissimo Dopo e Roma Family Welcome desidera incoraggiarne la lettura prima ancora che sia Dopo.

Qui di seguito offriamo una breve descrizione di entrambi i titoli, nella speranza che al più presto vi precipitiate in libreria con i vostri bambini ad ammirare le splendide tavole illustrate sapientemente da Laurent Moreau!

Laurent Moreau, A che pensi? (2011), orecchio acerbo 2012

A_che_pensi_coverA che pensi? di Laurent Moreau, pubblicato per i tipi di orecchio acerbo, vince nel 2013 il Premio Andersen come “Miglior libro fatto ad arte” con le seguenti motivazioni: «Per essere un libro piacevolissimo con semplici ed azzeccate soluzioni animate. Per svelare, al contempo e pian piano, una sua indubbia e fertile complessità, capace di offrire percorsi diversi e non scontati in una sorta di attraente “catalogo” dei sentimenti. Per la bellezza delle immagini, contrassegnate da una radiosa predisposizione al colore e alla composizione».

Le motivazioni più che condivisibili espresse dalla giuria del Premio Andersen evidenziano il valore artistico e concettuale di questo albo illustrato a dir poco geniale.

Se un bambino dovesse mai chiedere ad un adulto: «dove sono le nostre idee e i nostri pensieri?», la risposta più immediata e scontata dell’adulto sarebbe «nella nostra testa», omettendo forse di dire che la mente è tutt’uno con il corpo e con i sentimenti e lasciando seri dubbi nei bambini sul luogo precipuo in cui dimorano i pensieri.

Ebbene Moreau in A che pensi? dà vita ad una serie di tavole di facce “facebook” a finestra, che una volta aperte mostrano la scena dello stesso personaggio che sta pensando durante l’azione del suo pensiero. Mattia ha una bella faccia sorridente, perché «è semplicemente felice»… si apre la finestra, immaginando metaforicamente di poter entrare dentro la testa di Mattia, e c’è un Mattia felice, che pedala spensierato, immerso nella natura. Oppure c’è Antonio che «cerca le parole» e sbirciando nella sua testa troviamo una serie di lettere ancora confuse. E c’è persino un gatto che pensa, ed entrando nella sua testa lo vediamo prendere le sembianze di un uomo, chissà se del suo padrone.

I colori sono distribuiti con semplici e omogenei tratti di pennello. Le figure sono essenziali, la prospettiva decostruita e l’indagine seria e soave della psiche solletica l’occhio fino a recuperare alcuni volti cubisti di Picasso.

Laurent Moreau, Dopo (2013), orecchio acerbo 2014

166_DopoCon lo stesso tratto inconfondibile di A che pensi? in Dopo Moreau si confronta con un altro tema topico dell’immaginario del bambino (ma anche dell’adulto!), il concetto della temporalità intesa come processo di cambiamento e di sviluppo del vissuto.

Di nuovo l’ispirazione di Moreau coglie una delle questioni più urgenti da risolvere per un bambino: riempire ogni volta il dopo con una nuova possibilità esperienziale, che colmi positivamente il timore del vuoto e dell’irreversibilità dei processi.

Nelle sue splendide tavole Moreau accompagna i pensieri e i sentimenti di un bambino nel corso del tempo, alternando costantemente l’esperienza della natura e delle stagioni con l’esperienza della vita quotidiana e dei sentimenti che la accompagnano, cosicché la natura dopo la primavera, dopo l’estate, dopo i semi che diventano fiori […] è costantemente specchio dell’anima dopo il pianto, dopo la rabbia, dopo il compleanno, dopo le capriole […].

E ogni volta il motivo che genera timori e insieme li colma attraverso le immagini essenziali e soavi del dopo è sempre il medesimo, e cioè quel dopo intangibile che non è più il prima già sfumato via, cosicché «dopo questo attimo non ci sarà più questo attimo».

Dopo di Moreau è un capolavoro a tutto tondo, per le immagini, per l’articolazione dell’argomento, per l’ambizione – pienamente riuscita – di descrivere attraverso tavole illustrate semplici e lineari forse uno dei concetti filosoficamente più difficili da comprendere, il concetto di tempo vissuto o interno di Bergson, un concetto ancora una volta tanto a cuore all’espressionismo cubista di Picasso.

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