Compiti per le vacanze: da maestra, ecco cosa vi dico
Ci sono i compiti quelli che propongo gli insegnanti, e poi ci sono i nostri.
Quelli che possiamo scegliere noi.
Come una passeggiata a piedi nudi sull’erba una domenica d’estate.
L’esplorazione sugli scogli alla ricerca di granchi da ributtare in mare, che ci dispiace lasciarli nel secchiello. Anche loro hanno una casa.
Quella corsa a perdifiato. Chissà perché i nostri figli vincono sempre.
Una storia alla sera che lascia il fiato sospeso e prevede una sosta nel lettone, solo una notte. Forse due.
Una chiacchierata al tramonto. Che domani non si lavora e c’è tempo.
Conchiglie raccolte con pazienza da mettere in un barattolo e ricordarsi delle vacanze quando sono lontane e le giornate sono stanche.
Una faccia sporca di cioccolato e fragola, che si può mangiare il gelato in santa pace e se ci si macchia fa lo stesso.
Una camminata mano nella mano, che, a volte, non c’è niente da dirsi e possiamo volerci bene in silenzio.
Un giorno sul divano, il nulla davanti. Che si può fare. Abbracciati fino a confondersi.
Tanti bacini che sanno di aria, sale e mare. Che i baci curano tutti i mali.
Parole generose: “Che bello stare insieme”.
Osservare le lucciole e scoprire che il buio, a volte, è magia, se si è vicini.
Che, a volte, non serve fare cose. Basta sentirsi. E avere tempo. Possiamo anche restare a casa, basta scegliere i compiti giusti per i nostri bambini.
Quelli che ci servono per stare bene.
Che i ricordi sono quelli che restano. Impressi nelle pagine della nostra e, soprattutto, della loro esistenza. Come memoria preziosa.
Il resto si perde tra le righe. E non ha importanza.