Bullismo, come affrontarlo | Il signore della notte e i bulli
Basato su una storia vera.
Non è forse questa la frase che più spaventa?
Non è forse questa la frase che più spaventa?
Sapere che molti libri che leggiamo, molte delle storie che raccontano, sono realmente accadute.
A persone come noi. A donne come noi.
I libri ci confortano, non ci fanno mai sentire soli.
Tante volte riescono anche a darci una soluzione, un’idea a cui noi non saremmo mai arrivati.
Nato a Portsmouth, nel Regno Unito, Philip Osbourne è uno scrittore che da anni si dedica alle sceneggiature di film e comic book. Inoltre si occupa, da tempo, anche della stesura di romanzi dove le riflessioni profonde sono di casa.
“Il signore della notte e i bulli” è il suo nuovo libro, arricchito dalle bellissime illustrazioni di Roberta Procacci.
La tematica principale è proprio il bullismo.
Una storia fantasy dalle tinte horror, che racconta le gesta di Mr. Night, un mostro che non fa alcuna distinzione tra buoni e cattivi.
Philip Osbourne riesce a trattare una tematica molto delicata, con toni divertenti ma profondi.
Ci dicono che siamo cattivi. Ci dicono che siamo buoni. Ma non ci dicono le verità: siamo entrambe le cose!
Così il libro prende il via, con una frase di Noah, che insieme alla gemella Elen sono i protagonisti della vicenda narrata.
La storia prende forma mano a mano che si sfogliano le pagine.
Elen viene presa di mira da una sua compagna di scuola, che si serve dei social per ferirla e umiliarla. Tutti gli studenti della Jackson School la odiano, e il suo unico amico e sostenitore è suo fratello.
Stanca di questa situazione è proprio Elen ad invocare Mr. Night.
Da qui è tutto un susseguirsi di vicende e pensieri che fanno riflettere sulla natura umana e su quanto sia difficile essere un adolescente.
Paure, sensi di colpa, rabbia e amore. Un turbine di emozioni che ci trascinano all’interno della storia.
Perchè in fondo tutti veniamo toccati da questo argomento. Purtroppo sempre più attuale.
Purtroppo tanti bambini, ragazzi, ma anche adulti, vivono il problema del bullismo in prima persona. E molte volte non sanno come affrontarlo.
Osbourne ci da una lezione di vita non indifferente: chiedere aiuto non è indice di debolezza.
Sottolinea l’importanza di credere nell’amore per i propri cari e nel valore della famiglia.
E, soprattutto, ci insegna che perdonare non significa non saper reagire alle sfide della vita.
Al contrario: il perdono è ciò che ci rende superiori a chi ci provoca dolore.
Tutto questo viene racchiuso in questo nuovo libro per ragazzi e non solo.
Una lettura consigliata soprattutto ai genitori, che troppo spesso non sanno cosa succede nella vita dei propri figli. O peggio, involontariamente non se ne accorgono.
La tempestività in certe situazioni può fare la differenza.
Quando parliamo di bulli e bullizzati ci viene naturale affibbiare delle etichette. Buono, cattivo, emarginato, solo, strano.
Un enorme errore. E’ anche chi giudica, senza conoscere il perchè di certi atteggiamenti, a sbagliare.
Non possiamo dare giudizi sulle azioni di qualcun’altro, specie se non ne conosciamo nemmeno il nome.
E’ vero che la maggior parte degli esseri umani reagiscono di istinto, dando così giudizi affrettati. Molto spesso non rendendosi conto che, così facendo, soffrono ancora più persone.
Ma qualcuno di noi si è mai chiesto cosa passa nella testa di un bullo?
E se magari si tratta di una persona con dei seri problemi familiari? O con gravi difficoltà economiche?
Per un bullo prendersela con una persona più debole di lui lo fa sentire forte. Anche se per 5 minuti, anche se solo in una classe di scuola.
I ragazzi bullizzati vengono emarginati, ma solo entro le mura di un edificio scolastico.
I bulli invece? Loro sono emarginati dalla società, dalla vita. In entrambi i casi la situazione è difficile. Ma non impossibile.
Io credo che una soluzione ci sia: chiedere aiuto alla propria famiglia e a persone competenti. Anche se solo questo a volte non basta.
Come anche per Osbourne, il perdono è la chiave di tutto.
Superare i rancori, lasciarsi i brutti ricordi alle spalle e ricominciare.
Rialzarsi ed essere più forti di prima, magari tutti insieme. Per non far sentire nessuno solo ed escluso.